L’importanza di chiamarsi Strega
“È un libro che raccontando il dolore lo cura, perché a scriverlo è una donna che conosce il miracolo delle parole e il sangue delle ferite”. Così lo scorso gennaio il saggista e psicoanalista Vittorio Lingiardi propose alla settantottesima edizione del Premio Strega il romanzo che ne sarebbe risultato vincitore: L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio. L’autrice e Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, dialogano sulle “età fragili” dell’esistenza umana, sulle parole giuste per raccontarle e sul ruolo di quello che dal 1947 è il più importante riconoscimento per la letteratura italiana contemporanea: bussola che ne indica le nuove traiettorie, pantheon che ne raccoglie nel suo albo d’oro i migliori autori (Flaiano e Pavese, Moravia e Bassani, Morante e Buzzati, Ginzburg e Ortese, Levi ed Eco, fino alle voci del nostro tempo), ma anche notevole motore commerciale, sia per l’effetto sulle vendite nazionali che per l’impulso alle traduzioni all’estero.