Alla ricerca del Piacere perduto
Che fine ha fatto il piacere? Centotrentacinque anni fa, nel 1889, veniva pubblicato Il piacere di Gabriele D’Annunzio: romanzo giovanile (l’autore lo scrisse a 25 anni), sensuale, decadente e sconvolgente, che introdusse una “nota ferina” - come sostenne Benedetto Croce – nella letteratura italiana dominata dal verismo verghiano. Cosa è rimasto oggi di quel “piacere”? E chi continua ad alimentarlo in una narrativa, quella del XXI secolo, che sembra molto più orientata verso il “disagio”? La risposta a uno dei maggiori esperti di D’Annunzio, lo storico e presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, e a Giuseppe Culicchia, curatore del nuovo festival Radici e autore – esattamente 30 anni fa – di un altro giovanile e folgorante esordio, dove il piacere sembra sfumare in miraggio: Tutti giù per terra.